Workshop che si arricchisce con i contributi di ogni partecipante: un “progetto aperto” e in divenire.

Tralasciando le categorie morali di bene e male, si focalizza su ciò che è più funzionale al rispetto della dignità della vita degli esseri viventi, del loro ambiente e sul concetto di interdipendenza.

Si parte dall’individuare principi “etici” dai quali partire in piena responsabilità come fossero un “MCD”(massimo comune divisore usato in matematica=il numero naturale più grande per il quale due numeri possono entrambi essere divisi).

Si viene configurando quindi un approccio come uno spazio d’azione: un ambito dove gli operatori possono compiere le proprie scelte nella massima libertà avendo dei punti di riferimento comuni: valori umanistici e senso di interrelazione.

Un vero e proprio processo osmotico, mobile, malleabile, contributivo, comune, aperto, sempre in fieri. Nulla di sancito, di pre-organizzato, di accademico: un possibile metodo di applicazione da sperimentare momento per momento, non un protocollo prestabilito al quale attenersi.